Cos’è la green economy? Come si lega al concetto di Sviluppo Sostenibile?
E’ un modello di economia che si basa su quello che era stato definito lo sviluppo sostenibile, quindi tradotto in parole: rispetto per l’ambiente, risparmio energetico e riciclaggio dei rifiuti.
In realtà questi campi sono talmente vasti che ricomprendono numerosissime attività del settore primario, secondario e terziario che diventeranno sempre più importanti nei prossimi anni.
Pensare solo ai pannelli solari e a quelli fotovoltaici, alla raccolta differenziata o l’utilizzo di energie rinnovabili come l’eolica non è che la punta di un iceberg, la green economy è molto di più.
Volete degli esempi?
Eccoli e strabiliatevi per quante applicazioni ha questa economia verde che è destinata a divenire l’economia del futuro.
– Pannelli solari e fotovoltaici
– Centrali fotovoltaiche ed eoliche
– Centrali geotermiche
– Carburanti ricavati da vegetali
– Teleriscaldamento prodotto da combustione di rifiuti, scarti di coltivazioni
– Raccolta differenziata dei rifiuti
– Trattamento e riciclaggio dei materiali di rifiuto (plastica, carta, vetro, frazione umida, legno, metalli, componenti elettroniche ecc.)
– Edilizia sostenibile con materiali ecompatibili
– Isolamenti termici e edificazione di case a risparmio energetico
– Certificazioni energetiche e termografie edilizie
– Agricoltura biologica
– Produzione di imballaggi biodegradabili
– Produzione e ricerca di automezzi che non utilizzano idrocarburi
– Caldaie a basso consumo
– Impianti di depurazione dell’aria e delle acque
– Detersivi a basso impatto ambientale
La green economy ha visto in Barack Obama uno dei suoi maggiori sostenitori, convinto che la creazione di nuovi posti di lavoro passasse anche dal rispetto dell’ambiente. In seguito, la crisi mondiale che ha colpito pesantemente gli USA lo ha costretto a rivedere in parte le sue priorità perché dare il via a un’economia basata soprattutto sulla tutela dell’ambiente presuppone il sostegno anche finanziario del governo e dunque si è visto costretto a rinunciare in parte ai suoi propositi per far fronte alle esigenze più pressanti di bilancio.
Nonostante il presidente democratico non abbia potuto investire nella green economy quanto aveva in programma a causa della grave contingenza, rimane comunque il fatto che aveva visto giusto e che i settori che hanno migliori prospettive in termini di occupazione sono proprio quelli verdi.
E in Italia?
Nel bel paese il concetto di economia verde, di sviluppo sostenibile e di tutela per l’ambiente sono tematiche molto sentite dalla popolazione. Più del 80% degli italiani afferma di adottare comportamenti rispettosi perché i concetti di sviluppo legato alla protezione della natura, di risparmio energetico sono molto sentiti.
Piace l’idea di questa economia che propone innovazione in molti campi, che non inquina, ma per quel che riguarda i mezzi di trasporto privati, cioè rinunciare a spostarsi in auto, gli italiani fanno orecchio da mercante: togliere loro l’automobile è un sacrificio troppo grande.
Nonostante il traffico sia uno dei maggiori fattori inquinanti nessuno vuole rinunciare alla propria macchina, ma per il resto tutti sono disponibilissimi ad accogliere le innovazioni della green economy.
Dalle fonti energetiche rinnovabili, alla raccolta differenziata all’agricoltura biologica, fino al risparmio energetico gli italiani sono più che ben disposti a impegnarsi su questi fronti.
Ed è su questa favorevole predisposizione che devono agire gli operatori economici.
Le imprese, si sa, devono produrre e commercializzare i prodotti che i consumatori mostrano di gradire di più e proprio nell’ambito dell’economia verde e dello sviluppo sostenibile c’è molto spazio per inserirsi creando nuove attività.
I campi dove agire sono i più vari, ma molto dipende anche dalle politiche di governo, politiche che devono indirizzare e incentivare i consumatori e le imprese.
Ne sono un esempio gli sconti fiscali e gli incentivi che hanno promosso un vero e proprio boom dei pannelli solari e fotovoltaici, infatti le installazioni di questo tipo sono spuntate come funghi sui tetti delle case private, soprattutto in regioni come la Lombardia e l’Emilia Romagna e Veneto, mentre la Puglia ha operato questa scelta a livello di governo regionale producendo la maggior quantità di energia pulita in Italia.
Se nel campo della produzione di energia qualcosa è stato fatto, sono ancora moltissime le cose da fare ed e è proprio a partire da questo settore che le piccole e medie imprese imprese possono giocare un ruolo determinante. L’installazione, la manutenzione, l’importazione, la commercializzazione, ma anche la stessa produzione di pannelli sono un mercato che, nonostante la crisi, “tira”, perché in tempi di magra la gente si arrovella per risparmiare e, trovare bollette meno salate o addirittura ricevere dei rimborsi per la vendita di energia elettrica è un bell’aiuto per le famiglie.
Ma tutta la green economy è comunque un affare per le piccole e medie imprese che, viste le loro dimensioni, riescono anche a dimostrare una certa elasticità di produzione, cosa che sarebbe impossibile a industrie con centinaia di dipendenti.
Cosa può fare una piccola o media impresa per inserirsi nella green economy?
Predisporre impianti per il trattamento e la separazione di rifiuti vendendo poi i materiali recuperati, oppure utilizzarli per i propri prodotti sostenendo così una minore spesa per la materia prima, ma anche dedicarsi agli imballaggi biodegradabili o riciclabili.
Nel campo dell’edilizia ci sono da produrre i pannelli isolanti, la loro installazione, ma anche dedicarsi alle cosiddette case ecologiche. A questo scopo molto ha fatto l’Alto Adige proponendo per legge regionale la costruzione di edifici ad alto risparmio energetico e brevettando addirittura un metodo che è stato accolto dalla vicina Austria e che si sta diffondendo anche nelle varie regioni italiane.
E poi si può pensare anche ai servizi di depurazione ambientale.
C’è molto da fare per le PMI e il fatturato, nonostante la congiuntura economica sfavorevole, non è previsto in drastico calo, anzi alla fine del tunnel della crisi che sta attanagliando il mondo intero, la green economy probabilmente sarà la base per la ripresa.
L’hanno affermato anche i sindacati e Confindustria che, poco prima di Natale, hanno sottoscritto un documento comune per raggiungere gli obiettivi minimi di efficienza energetica che potrà rappresentare un vero rilancio industriale.
Le forze sociali inoltre hanno chiesto al governo l’apertura di un confronto per individuare i metodi più adatti per incentivare il raggiungimento degli obiettivi che porteranno anche a un aumento dell’occupazione e di un 0,6% annuo di PIL.