Con il Decreto Salva Italia sono introdotti nuovi parametri per le pensioni di anzianità contributiva e pensioni di vecchiaia (anzianità anagrafica) con un nuovo sistema contributivo per tutti, abbandonando il sistema delle quote e delle finestre a scorrimento. Se vi ricordate nel corso degli ultimi anni del Governo Berlusconi, sotto la spinta anche dell’unione Europea, si arrivò alla rideterminazione delle quote con cui richiedere l’accesso alle pensioni di anzianità spostando in avanti entrambi i parametri e definendo dei limiti minimi di età anagrafica al di sotto dei quali non era possibile richiedere la pensione. (Leggi a tal proposito l’articolo dedicato all’approfondimento sulla riforma delle pensioni e nuovi parametri)
La ratio normativa era quella di allineare l’accesso alle pensioni alle nuove speranze di vita: a mio avviso il problema era come al solito di buco dell’INPS e di necessità al fine di mantenere in equilibrio per quanto possibile le risultanze del bilancio dello Stato impedendo a molti lavoratori di andare in pensione.
Come funzionava il precedente sistema di accesso alle pensioni
Per richiedere l’accesso pensione si doveva combinare il numero degli anni (anzianità anagrafica) con quelli di anzianità contributiva (minimo 35 anni di contributi), ossia il numero di anni in cui si era provveduto al versamento dei contributi previdenziali alle gestione obbligatorie INPS, la somma doveva dare luogo ad un valore minimo (quota 97). Inoltre (e lo reputo una follia) non si percepiva subito la pensione ma per un’esigenza finanziaria si percepiva dopo 12 mesi, si perché al tempo la gente non faceva tanto caso alla disponibilità liquida e del valore che ha la disponibilità liquida ogni giorno, per cui lo Stato si appropriava senza un motivo plausibile di questa disponiblità a costo zero, senza nemmeno riconoscere un interesse legale sulle somme. Tale meccanismo, come spesso accade, prendeva un nome semplice come il sistema delle finestre a scorrimento.
Non parliamo poi del sistema che passa dal retributivo al contributivo per tutti perché altrimenti so che molti di voi (e parlo soprattutto dei giovani) potrebbero provare i brividi per l’incoscienza di implementare un sistema siffatto. In sintesi con il sistema retributivo nella determinazione dell’assegno da percepire per la pensione non si badava a quanto effettivamente versato dal lavoratore ma all’ultimo stipendio percepito. Poi chissà perché ci ritroviamo con un buco nei conti dell’INPS, anche un bambino con la terza media poteva immaginarselo. E non si dica che nessuno ne era allo scuro.
Dopo solo decine di anni Mister Monti riesce ad imporre con un barlume di lucidità il sistema contributivo per tutti che invece determina il trattamento pensionistico sulla base dei contributi effettivamente versati dal lavoratore nel corso della sua attività lavorativa. Questa sistema si applica a tutti i lavoratori che matureranno il diritto per andare in pensione dopo il 31 dicembre 2011.
Addio al vergognoso sistema delle finestre a scorrimento mobile
Inoltre quella buffonata del sistema con finestre a scorrimento mobile che mi sembra più essere conforme ad una reclame di infissi piuttosto che ad un complesso meccanismo di determinazione del mio salario futuro da pensionato e si cui dovrò basare anche le mie attuali decisioni economiche per il futuro.
Le nuove regole per andare in pensione dal 28 dicembre 2011
Dall’entrata in vigore del Decreto Salva Italia si potrà andare in pensione con minimo 41 anni ed un mese di contributi previdenziali versati alle gestione obbligatorie per gli uomini e 42 anni ed un mese per gli uomini.
Le pensioni dal 2013
Dal primo gennaio 2013 entrano in vigore le nuove regole della riforma del Governo Monti che si sintetizznao nei seguenti punti: coloro che dal primo gennaio hanno un’età anagrafico di almeno 66 anni e 3 mesi per gli uomini e 62 anni e 3 mesi per le donne potranno andare in pensione con il requisito anagrafico.
Sparisce finalmente il sistema retributivo. Abbandoniamo anche le pensioni di anzianità ed il sistema delle finestre che poi erano diventate scorrevoli o mobili.
Requisito minimo di anzianità contributiva INPS o contributi previdenziali versati
Sono previsti anche dei limiti minimi di anzianità contributiva che sono di 20 anni. I requisiti saranno poi soggetti ad incrementi in base alle speranze di vita.
A chi si applicano le nuove pensioni
I nuovi parametri si applicano a tutti i lavoratori dipendenti ed ai lavoratori autonomi con partita Iva
Quando incasso la pensione
Così facendo si percepisce la pensione il mese successivo alla presentazione della domanda di pensione, abolendo così il prestito infruttifero di denaro che il contribuente effettuava a costo zero allo Stato.
Quanto mi spetterà la pensione
Se non vi volete impiccare con troppi calcoli, calcolate che a grandi linee se siete dipendenti il 33% viene destinato alla pensione, per cui se a questo applichiamo un coefficiente di rivalutazione di pochi basis point potete farvi una rapida stima di quello che andrete a percepire.
Altrimenti… leggete l’articolo completo sul calcolo della pensione online, sempre su Tasse-Fisco.com!
Leggete anche il precedente articolo dedicato proprio alla riforma delle pensioni dal 2012 dove troverete importanti novità
Riferimenti normativi
Pensione di anzianità Legge 214 del 2011