Dopo l’apertura della partita Iva la domanda è come si emette la fattura e qui potete trovare una guida semplice a capire come applicare l’Iva, su cosa applicare la ritenuta d’acconto e come riaddebitare per esempio le spese o calcolare i contributi previdenziali facendo qualche esempio ed anche con un foglio excell che vi potrebbe aiutare a capire il meccanismo anche per esempio partendo dal lordo ed arrivando a capire come si determina il netto.
Aprire la partita Iva ed emettere fattura
Al momento dell’apertura della partita Iva il problema della fatturazione è secondario rispetto alla scelta del regime fiscale a cui aderire ma resta tuttavia il problema della fatturazione, l’emissione della prima fattura, la predisposizione e archiviazione e la registrazione in contabilità che necessita di modelli, software o facsimili di fattura per aiutarsi. Scaricare subito il Modello Fattura
La tipologia della fattura risente del regime fiscale a cui appartenete
Tralasciamo il momento della scelta del regime fiscale a cui aderire di cui abbiamo parlato in passo grazie alle guide fiscali dedicate al regime dei contribuenti minimi e delle nuove iniziative imprenditoriali e sui requisiti per accedere, i pro ed i contro, le caratteristiche dell’uno e dell’altro e la convenienza ad aderire all’uno e all’altro.
Una volta scelta si delineano due problemi:
- di carattere teorico su quando emettere fattura, il momento dell’emissione, i casi in cui dobbiamo emettere autofattura, il caso delle cessioni di beni o prestazioni di servizi con l’estero
- di carattere pratico, legato proprio alla compilazione della fattura con l’aiuto di un software di contabilità. Anche se nella grande maggioranza dei casi per emettere delle fatture verso i clienti è sufficiente dotarsi di un piccolo foglio di calcolo in Excel in modo tale da gestirsi la fatturazione passiva in modo flessibile
Quali dati deve riportare la fattura a pena di nullità
Le voci che compongono la fattura e che rappresentano il contenuto minimo che deve avere per essere registrata in contabilità e sono quelle riportate da apposita Direttiva Europea e recepita mediante legge:
- Data di emissione della fattura;
- Numero che deve essere progressivo e con cronologia annuale;
- Denominazione delle parti contraenti tra cui è effettuata l’operazione, nonché i dati di un eventuale rappresentante fiscale, qualora sia presente;
- Indicazione del cedente o prestatore del servizio deve indicare obbligatoriamente il proprio numero di partita Iva;
- Natura, qualità e quantità dei beni ceduti e dei servi prestati;
- Corrispettivo della cessione, in moneta anche diversa dall’euro;
- Base imponibile;
- Valore normale dei beni ceduti a titolo di sconto e abbuono o premio;
- Aliquota iva applicabile o eventuali titoli di esenzione;
- Ammontare dell’iva con arrotondamento al centesimo;
- Numero di partita iva obbligatorio anche a carico del committente;
- In caso di firma elettronica anche la firma digitale.
Vi ricordo inoltre che molti dei preavvisi di parcella che i professionisti inviano anticipatamente ai propri clienti sono già da considerarsi come vere e proprie fatture e come tali potranno essere registrate e contabilizzate.
I costi da inserire in fattura: come si addebitano i costi in fattura al cliente
Successivamente c’è il gruppo di voci che andranno a formare la base imponibile Iva, nel caso di prestazioni di servizi avremo la prima linea della fattura ossia gli onorari concordati con il cliente, successivamente avremo i rimborsi spese da richiedere al cliente che potranno essere forfettari, e potranno riguardare lo svolgimento dell’incarico sia no.
Successivamente vi sarà la parte legata ai contributi previdenziali che potranno essere diretti all’INPS, alla gestione separata o alla rispettiva cassa previdenziale di appartenenza.
Successivamente avremo l’applicazione della ritenuta d’acconto del 20% da calcolarsi su na base imponibile IVA esclusi i contributi previdenziali da versare alla cassa previdenziale.
Nel caso delle nuove iniziative imprenditoriali invece vedrete nel foglio di calcolo che non sono previste le ritenute d’acconto in quanto il regime non ne prevede il versamento e quindi beneficerete di una maggiore disponibilità sul conto corrente, ma state attenti perché l’errore che si fa spesso p quello di percepire un maggiore guadagno mentre al momento del pagamento a giugno delle imposte arrivano i dolori. Questi potranno essere soggetti o meno alla ritenuta d’acconto e molti, compreso il sottoscritto talvolta cadono in errore perchè alcuni sono considerati non soggetti a ritenuta altri soggetti a ritenuta.
Entro quando emettere fattura
Il momento di emissione della fattura cambia a seconda di cessioni di beni e prestazioni di servizi e troviamo anche dei momenti diversi di emissioni a seconda delle diverse tipologie di cessioni beni (Mobili ed Immobili) o prestazioni di servizi (acconti, a prestazioni ripetute, internazionali, ecc).
Per quello che concerne la cessione di beni la fattura si emette al momento della consegna del bene, momento nel quale si perfeziona per i beni mobili il passaggio della proprietà. Nel caso di prestazioni di servizi il momenti in cui emettere la fattura è quello di ultimazione del servizio e contestuale pagamento della prestazione.
Qualora le parti si siano accordate per il pagamento di un acconto tale acconto andrà fatturato con le stesse modalità del saldo.
Leggete a tal proposito l’articolo di approfondimento dedicato proprio alla Scadenza emissione della fattura dove trovate anche esempi e chiarimenti.
Dati obbligatori della fattura Cartacea e Elettronica
Applicazione dell’imposta di Bollo marca da bollo da 2 euro (ex 1,81 euro)
Per fatture di importo superiore a 77,47 euro si applica l’imposta di bollo da 2 euro (prima era 1,81 euro) il cui obbligo di emissione ricordo è a carico del prestatore del servizio che la addebita al cliente come avviene nella maggior pate dei casi che ho visto.
Per sapere quali sono le prestazioni di servizi e cessioni di beni che sono obbligate all’apposizione potete leggere il nuovo articolo dedicato alla nuove marche da bollo virtuali sulle fatture (link).
Spiego quando applicarle e come gestire il passaggio dal cartaceo alla gestione elettronica delle fatture rispettano naturalmente adempimenti, comunicazioni preventive e scadenze, nonché dove reperire le marche da bollo e quanto costano.
Su cosa applicare la ritenuta d’acconto: Base di calcolo per la ritenuta d’acconto
Per il calcolo della ritenuta d’acconto sarà necessario prendere come riferimento gli onorari concordati con il cliente ed i rimborsi spese a piè di lista eccetto alcuni costi come quelli sostenuti per marche da bollo, diritti di cancelleria, tasse di concessione governative, valori bollati, sostenuti dal professionista ma in nome e per conto del cliente.
Vi ricordo che come regola generale nel caso in cui emettiate la vostra fattura nei confronti di una persona fisica non titolare di partita Iva non applicherete la ritenuta d’acconto in fattura mentre nel caso in cui lo facciate nei confronti di liberi professionisti, società o soggetti con partita iva allora la applicherete con le modalità disciplinate dal DPR 600/73.
Ricordo inoltre che nel caso di prestazione professionale erogata nei confronti di una persona fisica la ritenuta d’acconto non andrà calcolata pertanto il corrispettivo risulterà più elevato rispetto alla medesima erogazione effettuata nei confronti di un soggetto titolare di partita Iva.
Tabella con voci soggette a ritenuta d’acconto
Infine sperandovi di esservi utile vi segnalo anche quest tabella dove ho riepilogato una tabella riepilogativa con cui verificare quali voci sono soggette ad iva e a ritenuta d’acconto.
Professionisti iscritti alla gestione separata INPS: alcune particolarità
Nel caso di professionisti iscritti alla gestione separata INPS la ritenuta d’acconto invece andrà applicata non solo sugli onorari bensì anche sul contributo dovuto alla gestione separata in quanto in questo caso il contributo del 4% viene considerato reddito professionale in capo al professionista. Lo stesso varrà ai fini della valutazione della base imponibile su cui applicare l’Iva che sarà costituita anche del contributo dovuto alla gestione separata INPS. Per la corretta applicazione di questa voce ho scritto un apposito articolo dedicato al riaddebito contributo INPS del 4% in fattura dove sono descritte le metodologie di applicazione e di calcolo.
Le spese per Vitto e alloggio di trasferte del professionista
Nel caso andiate in trasferta e sostenete delle spese per alberghi, ristoranti e più in generale spese di vitto e alloggio (non spostamento) e procediate al rimborso a piè di lista sarà utile osservare alcune indicazioni in quanto queste saranno considerate deducibili integralmente dal reddito di lavoro autonomo nell’ipotesi in cui siano intestate al committente per il quale state andando in trasferta, siano pagate dal professionista e siano riaddebitate in fattura come rimborso a piè di lista. In questa ipotesi tali spese non sottostanno al limite del 2% sui ricavi imposto dal legislatore fiscale per le spese di vitto e alloggio sostenute nell’espletamento della propria attività a cui il legislatore forfettariamente impone un tetto massimo di deduzione dal proprio reddito.
Esempio di compilazione della fattura per un professionista in regime ordinario che fattura ad una SpA
Onorari 10.000
Contributo cassa previdenza 400 (ipotizzando il 4%)
Totale Imponibile per ritenuta d’acconto 10.000 (se siete iscritti alla gestione separata nell’imponibile va anche il contributo INPS altrimenti no)
Imponibile IVA 10.400
Iva (21%) 2.184 (oggi è al 22%)
Totale fattura (10.400+2.184) = 12.584
A detrarre la Ritenuta d’acconto del 20% 2.000
Importo da saldare (12.584-2.000) = 10.584
Contribuenti Minimi
Nel caso dei nuovi contribuenti minimi dal 2013 in fattura non dovrete applicare ritenuta nè del 20% nè del 5% a patto che si rilasci al clienti una attestazione con cui si dichiara di fruire del nuovo regime dei minimi ex DL 98 del 2011.
Emissione della nota di credito: entro quando e come
Potete approfondire l’argomento relativo all’emissione della nota di credito in cui trovate acnhe un fac simile per la compilazione oltreché i principali termini e le modalità per l’emissione in sintesi.
Sono anche inseriti i termini entro cui emetterla da cui dipende la possibilità di riprendersi l’Iva erroneamente versata con la fattura a cui si riferisce. Ricordo infatti che le note di credito devono sempre riportare la fattura a cui si riferisce.
Nell’articolo o sono anche elencati i casi di emissione di note di debito che rappresentano il contrario delle note di credito.
Modello Fattura da compilare
Scarica il Modello Fattura
Fatture sbagliate? NO problem con la nota di credito
Potete consultare il nuovo articolo dedicato non solo all’emissione della nota di credito ma in cui troverete anche le modalità per recuperare l’Iva e versare eventualmente minori imposte se vi siete sbagliati. A tal proposito potete leggere la Guida all’emissione della nota di credito.
Emissione della fattura proforma o preavviso di parcella
Nella prassi si riscontra spesso l’emissione di fatture proforma o preavvisi di parcella che anticipano la futura emissione della fattura vera e propria. Ho dedicato un articolo all’argomento in quanto spesso si scambiano fatture proforma per vere e proprie fatture e viceversa con tutte le implicazioni del caso non solo in termini di deduzione del costo e versamento/detrazione dell’Iva ma anche per i rapporti tra i soggetti interessati cliente e fornitore.
Domande e risposte sulla fatturazione elettronica tra privati e verso PA
Nell’articolo troverai tante domande e risposte (FAQ) sull’argomento e che di volta in volta si aggiornerà in funzione dei quesiti che pongono i lettori.
Errori con lo split payment
Novità: Errori nella fatturazione con Split Payment come fare il ravvedimento operoso: leggi l’articolo gratuito riportante la tabelle per il calcolo delle multe ridotte
Guida alla Fatturazione elettronica dal 2019
Nel post troverete la spiegazione pratica e sintetica dell’iscrizione al nuovo portale dell’agenzia delle entrate creato per la generazione, trasmissione e conservazione delle fatture elettroniche oltreché alle agevolazioni fiscali previste dal legislatore se deciderete di inviargli tutto (intendo fatture attive e passive) e subito.
Quando apporre la marca da bollo sulla fattura elettronica
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Elenco Deduzioni e detrazioni per i lavoratori autonomi con partita IVA
Si ti sbagli, il tuo onorario rappresenta la prima linea della fattura che è quella che si discute con il cliente. Le tue imposte poi le pagherai in sede di unico. Poi certo che se vuoi amentare il tuo onorario del 5% nessuno ti dice nulla, ma resta una scelta commerciale.
Buongiorno.
Grazie per l’ottima guida.
Un piccolo dubbio da un neofita libero professionista; il 5% non lo indico esplicitamente ma immagino che il mio onorario, in fattura, lo dovrò maggiorare di tale percentuale. Mi sbaglio?
Ciao e grazie del contributo :-)
Per una pasticceria si parla di reddito di impresa anche se questo deve verificarlo con la camera di commercio in base al codice atecofin (codice Iva con cui le apre la partita Iva da pasticciere per intenderci). Alcuni codici fanno reddito di impresa altri reddito da lavoro autonomo.
Ciao, permani nel regime per tutto il 2012 dato che i 35 anni li hai compiuti a febbraio.
Per cui farai fattura senza applicare l’iva e la ritenuta d’acconto.
Ricorda di rilasciare l’attestato come non applichi la r.a. (io faccio la dichiarazione nel retro della fattura).
Dal 2013 ti porrai il problema su quale regime aderire.
ciao
Buon Giorno, io vorrei aprire la Partita Iva con il regime dei minimi visto che io faro dei corsi e consulenze del mio settore (pasticceria)e non superero i 30 000 euro annui. Se la apro come libera professionista o come una nueva azienda le condizioni sono sempre le stesse?
grazie
MI scusi ma la domanda è un pò generica. Per contributo minimo intende quello minimo contributivo ai fini INPS, quella facoltativo da inserire in fattura in addebito al cliente? Più cercate di essere approfonditi meglio è.
salve. sono una libera prof. dal 2008. a febbraio compio 35 anni. devo fare la fattura e non so se entro nel contributo minimo .mi puo spiegare .grazie
Ti anticipi che con il nuove regime dei minimi non si applica più la ritenuta del 20% e neanche quella del 5%. IN fattura quindi ti comporterai fermandoti prima ossia applicherai onorari e se vuoi il 4% in fattura che ricordo non è obbligatorio addebitare al cliente (ma credo tutti lo facciano ovviamente). Prova a leggere l’articolo dedicato al nuovo regime dei minimi e se puoi consiglia il ito a qualche amico. Buona fatturazione e spero di esserti stato utile.
Salve a tutti , chiedo gentilmente se qualcuno di voi può descrivermi con un esempio come si calcola ora la fattura per chi fa parte del regime agevolato . Io prima calcolavo r.a. e aggiungevo 4% inps più spese fuori imponibile .
Ora vorrei capire se dal netto devo aggiungere 5% + 4% inps + spese ??
Grazie.
Il contributo previdenziale del 4% può essere addebitato in fattura indipnedente dal fatto che sia ingegnere e dal cliente.
Salve, innanzitutto volevo complimentarmi con chi ha realizzato questo sito!! è veramente molto utile.
Ora volevo porvi una domanda. Sono un Geometra neo iscritto all’albo e in settimana dovrò andare ad aprire l’attività all’agenzia delle entrate. Sicuramente aprirò la nuova attività con il regime dei minimi 2012.
Ora volevo chiedervi se gentilmente potete mandarmi qualche esempio di fattura da geometra, sia verso un professionista (ingegnere), sia verso una persona fisica.
Mi hanno deto che quando fatturo ad un professionista non devo inserire in fattura il 4 % dovuto alla cassa, ed essendo un “novellino” al livello di fisco e tasse, sto andando in confusione.. Grazie e buona giornata a tutti
Quello dei minimi, se rispetta i requisiti.
Salve,ho 37 anni e vorrei aprire una p.IVA come libero professionista(faccio l’idraulico e lavoro spesso con imprese edili),è più conveniente il regime dei minimi o quello ordinario?
Una quota è a carico del clinete (4%) l’altra a carico suo. NOn pagare non mi sembra saggio. Prendere accordi con il suo datore di lavoro rvedendo gli onorari sempra più opportuno.
Ok grazie. Comunque non mi basterà quel 4% per pagare le rate INPS, gli accordi erano che mi venivano pagate, ora cosa posso fare? non pago?…non so più dove sbattere la testa.
Lei in fattura può addebbitare una percentuale del 4% (verifichi sempre annualmente la percentuale perchè può cambiare anche se quest’anno è rimsta invariata per avvocati e commercialisti) a titolo di contributo della cassa previdenzaile di appartenenza al suo cliente appena sotto la prima riga degli onorari.
Salve, rientro nel nuovo regime e ho un problema. lavoro da due anni in uno studio e ogni mese emetto fattura, infatti ieri l’ho emessa per il mese di gennaio; ho inserito nel lordo anche la quota INPS per la rata di Febbraio (come ho fatto per le due rate già pagate nel 2011, come concordato tra le due parti). Oggi mi dicono che non capiscono la mia fattura e che devo inserire la rivalsa INPS al 4% e che non posso metterla nel lordo! Quindi: A) quello che mi hanno detto centra con il nuovo regime??, B) esiste una voce da inserire in fattura dove posso chiedere la mia rata INPS senza avere problemi??…Insomma, vorrei farmi pagare le rate INPS dal titolare dello studio visto che non posso avere l’aumento. Aiutatemi per favore!
A mio avviso con il nuovo regime dei minimi, in quanto nel tuo caso a meno di info che non mi ha dato e nel rispetto anche degli altri requisiti previsti dalla norma puoi rientrare. Un dubbio lo potrei avere rispetto alle attività apri e chiudi ossia ad un bacino di partite iva che aprono e chiudono e quindi possono essere maggiormente soggette ad accertamento.
Salve io ero nel regime dei minimi del 2008 fatturavo art 100…. insomma senza IVA ma apponendo una marca da bollo 1,81….
a luglio 2011 ho chiuso la PIVA perchè le spese non coprivano i ricavi
Ora vorrei riaprire la partita IVA come la posso riaprire? in che regime?
Cordiali Saluti