Iva al 22% da quando? Confermata l’entrata in vigore? Aggiornamento dell’aumento dell’IVA

quando inizia IVA al 22%IVA al 22%, da quando?

Se nel 2015 non si raggiungeranno gli obiettivi di stabilità è già stata decia una nuova ondata di aumenti delle aliquote Iva che picchieranno sui consumi in modo assurdo: leggi l’articolo di approfondimento per consocerne le modalità: Aumento aliquote Iva da quando


Le misure anticrisi del governo Monti
hanno nuovamente innalzato le aliquote Iva del 2% sulle vendite e sugli acquisti dal secondo semestre 2013, secondo le caratteristiche che abbiamo avuto modo di conoscere insieme in occasione del primo aumento dell’iva fino al 21%.
NOVITA‘: L’incremento Iva pronosticato al 23% ed in procinto di essere introdotto viene di fatto dimezzato e l’aumento netto dell’Iva sarà “solo” dell’1%, il che vuol dire che l’aliquota ordinaria sarà del 22%.
Inutile dire che con il nuovo Governo Letta le promesse di sopendere l’aumento dell’Iva si sprecano tuttavia sappiamo tutti che mentre per l’IMU una sospensione era possibile per l’Iva il discorso si complica essendo la potestà impositiva di questo tributo della comunità europea.
Tuttavia ciò non è avvenuto per cui il passaggio è avvenuto e la legge è entrata in vigore dle primo ottobre 2013, per cui la corsa ad adeguare i sistemi informativi è partita ed i costi non sono pochi.

Tuttavia qualche altro giorno se potete lo aspetterei anche se non mi sembrano giorni decisivi visto che i politichetti preferiscono dedicarsi ad altro.

CONFERMATO l’aumento dell’Iva al 22% scatterà dal primo ottobre 2013 (DL 76 del 2013) ma viene aumentato l’acconto Irpef che passa dal 99 al 100 per cento da versare in sede di secondo acconto, mentre pe ri soggetti Ires, invece l’acconto sale al 101%. Salgono anche al 110 per cento l’acconto delle ritenute che banche e Poste operano sugli interessi corrisposti ai titolari di conti correnti e di depositi.

Tuttavia v’è da segnalare che non anche lo scaglione del 10% dell’Iva, quello previsto per intenderci sui beni del sottore edile, per esempio, salirà di un punto percentuale come previsto all’11%.

Quanto aumenta l’Iva nel 2013
Vedremo salire l’Iva al 22%?
L’iva dal primo Luglio 2013 (in precedenza doveva essere il primo ottobre 2012) aumenterà non più del 2%, ma solamente dell’1% così’ come definito dal consiglio dei ministri del 9 ottobre pertanto rispetto all’attuale aliquota iva del 21% sulla classe di cessioni di beni e prestazioni di servizi ordinari con aliquota ordinaria al 21% salirà non più al 23% ma al 22%, con un incremento netto dell’1%. Lo stesso non accadrà per l’aliquota del 10% .

Ricapitolando dal primo ottobre 2013 avremo:

  1. Aliquota del 21% >>> dal primo Ottobre sale al 22%

Da quando scatta l’obbligo
L’incremento dell’Iva scatta dal terzo trimestre 2013 (termine questo più volte postiticpato per cui staremo a vedere nel prossima nno cosa accadrà con il pareggio del bilancio che incide direttamente sulla quantificazione delle aliquote Iva), e più precisamente dal primo ottobre, pertanto sarà di nuovo la volta di adeguamenti dei software e ricalcoli in sede di liquidazioni dell’Iva.

Chi coinvolge
L’aumento dell’aliquota investe tutti e rientra nel disegno di tassazione dei consumi, non perchè siano troppi ma perchè vi è l’esigena di fare subito cassa, anche se ricordiamo che l’IVA è un tributo neutro pertanto il maleficio si ha in termini finanziari e sul valore aggiunto derivante dalle vendite e inciderà soprattutto sui consumatori finali.

News: Dopo il passaggio in Senato l’aumento dell’aliquota iva del 10% non passa lasciando aperto solo l’aumento dell’Iva dal 21% al 22% a partire dal primo ottobre 2013.

Aggiornamento 30 settembre 2013: Vi inoltro l’estratto del comunicato stampa di ieri in cui si dice che “pertanto gli operatori economici dovranno applicare, già da domani,  la nuova aliquota. Come  già  chiarito  in  passato,  quando  entrò  in  vigore l’aliquota ordinaria del 21%,  qualora  nella  fase  di  prima  applicazione ragioni di ordine tecnico impediscano di adeguare in modo rapido i  software per  la  fatturazione  e  i  misuratori  fiscali,  gli  operatori   potranno regolarizzare le fatture eventualmente emesse e i corrispettivi annotati  in modo non corretto effettuando la  variazione  in  aumento  (art.  26,  primo comma, del DPR n. 633 del 1972). La regolarizzazione non  comporterà  alcuna sanzione se la maggiore imposta collegata  all’aumento  dell’aliquota  verrà comunque versata nei termini indicati dalla circolare n. 45/E del 12 ottobre 2011, cui si rinvia per gli  ulteriori  chiarimenti”.

Potete leggere anche le altre misure del Governo Monti (in sintesi) e il decreto Salva Italia.
Versamento Iva mensile e Trimestrale
Sintesi Guida al 4% – 10% – 21% in Edilizia
Dichiarazione Iva annuale

31 Commenti

  1. Sono parzialmente d’accordo nel senso che dentro ci ha messo tutto e coltivare la sensazione che vi sia un unica legge per risolvere tutto e’ fallace purtroppo. Ripartire significa prendere le singole aree dell’attività economica e studiare le cause e assumere la responsabilità di prendere delle decisioni per il futuro. Finora si sta attendendo non so cosa dal 2009….e nel frattempo molto mangiano e speculano sulla crisi…forse gli unici svegli in questa situazione.

  2. Siamo stanchi di sentire tutte queste cose.. ditte come detto a Radio 24 ieri sera, che si finanziano per sopravvivere non pagando iva per versare tasse e contributi e pagare i dipendenti… è assurdo…
    probabilmente non vedono cosa è successo in Grecia parlando solo di IVA, da loro 9% e 19% sono arrivati a 11% e 23% e in Grecia si muore… Aumenterà il nero la gente non acquisterà più chiudono ditte… si aumenta la recessione… E sono laureati a Bocconi in cosa in patatine? Probabilmente hanno studiato marketing ma non storia economica… E sono una laureata in economia e commercio e che di attività fa il commercialista che vede cosa sta succedendo… Ma siccome prendono a Roma pensione dopo 5 anni di “”Lavoro”” non sanno che vuol dire iniziare da zero! Dove arriveremo?? Sento mia nonna che dice almen nel dopoguerra non c’era nulla ma qualcosa riuscivi a fare oggi invece…

  3. Ritengo che finchè in Italia non ci sarà una crescita economica e una riduzione del debito, qualsialsi tipo di confabulazione economica non sarà matematicamente accettata, in effetti è proprio la somma che fa la differenza, non sono un economo e parlo dell’ ovvio, si può fare, dire, giustificare tutte le azioni che si vogliono ma se non c’è crescita è tutto inutile, quindi tempo e denaro sprecato.

  4. Ma bene!!!!
    Iva al 22, irpef minima al 23, inps al 20% del reddito piu il fisso, irap, studi di settore, redditometri, carburanti alle stelle, bolli auto improponibili, assicurazione più care d’Europa, bollettini e marche da bollo anche per chiedere di respirare, bollette astronomiche, affitti impagabili, imu. Agenzia entrate e finanza che ti massacrano anche se sei onesto…. Grandissimi è cosi che si rilanciano economia e aziende, non per niente ora sono a casa in cerca di lavoro.

  5. Non giudico se l’Iva sia o meno un tribto giusto o sbagliato ma mi limito a commentarne il funzionamento ed i riflessi che un innalzamento ha sulle decizioni di consumo che lei correttamente individua. Ma come lei saprà meglio di me questo lo deve analizzare per tre fattispecie:
    1. la detrazione per l’iva per le aziende: in questo caso incide per sua stessa definizione sul valore aggiunto creato dall’impresa (se sia giusto o no lo lasciamo ad altri pensarlo, per me non è giusta comunque se lo vuole sapere perchè il valore aggiunto potrebbe essere reinvestito in ricerca e sviluppo per esmepio invece che in consumi) per cui per ciò che non è valore aggiunto il tributo resta neutro come le dicevo.
    2: per le persone fisiche il discorso cambia perchè loro sono i soli soggetti veramente incisi dall’aumento ma questo è anche per definizione stessa del tributo e non ci possiamo fare niente, dovremmo abolirlo o cambiarne il funzionamento ma altro non possiamo fare. Logica conseguenza sarà certametne la modifica delle decisioni di consumo, anche se a me preoccupa non tanto l’1% dell’Iva ma l’aumento indiscriminato dei prezzi che le aziende si troveranna a fare sui prodotti al dettaglio. quello si che è l’effetto distorsivo vero perchè a fronte dell’aumento dell’1% di Iva capace che i prezzi aumentano del 10% e nessuno dice niente. Certo come dice lei magari si abbassasse ma non mi sembra che siamo in un momento dove godiamo di grande splendore ma non perchè non sia d’accorod con lei: se fosse per me dimezzerei le tasse e le imposte perchè per me la rovina di questo paese sta proprio in questo ossia nell’impiego che del gettito viene fatto non c’è cena o pranzo o pausa caffè in cui non escano fuori vicende allucinanti, episodi di malcostime nella gestione del denaro pubblico, solo che il potere giudiziario arriva sempre in ritardo di mezzo secolo o non ci arriva proprio. Mi basta citare alcuni articoli letti per esempio sullo “scandalo” delle assunzioni in finmeccanica per esempio o confinudstria….scandalo? è da quando sono piccolo che sento dire dagli amici o professori di non mandare il curriculum lì perchè tanto sono tutti raccomdnatai e dopo solo 20 anni esce fuori che era vero?!?!?!
    Se fosse per me dimezzerei le imposte del 50% altro che taglio alle detrazioni fiscali, così verrebbe liberata quell’energia produttiva che l’italia ha. Non scordiamoci che quando sento i miei amici che lavorano in Inghilterra, spagna e svizzera compresa noi siamo quelli che int ermini quantitativi lavoriamo il 30%-50% in più eppure prendiamo di meno o siamo tassati di più…..pensi solo un attimo se non dovessimo pagare le imposte o lo dovremmo fare in misura ridotta quanta forsa propulsiva genererebbe la nostra economia….che peccato
    3. per le società con pro rata di detrazione inferiore al 100%: per queste l’iva rappresenta un costo effettivo dato dall’indetraibilità

    Non entro nel merito della democrazia Svizzera in quanto non ritengo la svizzera un paese con cu potersi confrontare perchè ricordo che gode della sua agiatezza in quanto ha fondato la propria politica economica sul segreto bancario e sulla defiscalizzazione delle attività (meri scudi societari di imprese domestiche o estere) per decenni senza che nessuno dicesse niente.
    Da ricchi è molto più facile essere democratici…

  6. Caro tassefisco, nella Sua risposta emerge il problema noto di “sottovalutazione” dell’IVA come imposta, anche da parte degli esperti.
    Cerco di spiegarmi meglio di prima: l’IVA è un tributo CONTABILMENTE neutro. Ma la realtà e più articolata della contabilità.
    Il consumatore finale decide in base al prezzo che paga, e non gli interessa se dell’importo pagato lo stato si prende il 10% o il 50%, non potendo detrarsi l’IVA. Semplicemente decide di acquistare se giudica l’utilità dell’acquisto superiore al costo (IVA inclusa).
    Un’aliquota più alta ha sul consumatore lo stesso effetto che avrebbe un margine più alto applicato dall’impresa. Dato che il consumatore ha una certa soglia di disponibilità oltre la quale non acquista, un IVA che cresce diminuisce nella sostanza il reddito dell’impresa. Tant’è che, se l’impresa non compensa gli aumenti dell’IVA abbassando i propri margini, spesso si vede ridurre le vendite.
    E infatti se si vuole aiutare un settore si abbassa l’IVA, mentre se lo si vuole ostacolare la si alza. Non ci sarebbe effetto se l’imposta fosse SOSTANZIALMENTE neutra.
    Infine una nota sulla Svizzera dopo averle dato atto che in Gran Bretagna effettivamente è stata aumentata al 20% dal 2011 (non ero aggiornato).
    Lei liquida la Svizzera mi pare in modo un po’ affrettato. Io credo che dalla Svizzera ci sia veramente moltissimo da imparare, in termini di democrazia.
    Il recente innalzamento dell IVA all’8% (sottolineo 8%) non è avvenuto d’imperio come accade da noi (“culla” della democrazia!!). E’ stato dibattuto democraticamente, e poi CONCESSO dai cittadini al governo (perché lì il cittadino conta qualcosa) ma per un periodo limitato di 7 anni. E può stare tranquillo che tra sette anni e un giorno l’IVA tornerà al 7,6%. Mentre noi che siamo tanto civili ancora paghiamo le accise per la guerra di Libia.
    E mi fermo qui per carità di Patria.
    Saluti

  7. Ma veramente ce l’hanno anche loro (gli inglesi). Degli svizzeri inutile parlare vivono in un mondo a se che ha fatto della defiscalizzazione la sua principale voce di entrata altrimenti neanche esisterebbe come Stato non avendo materie prime o industrie strategiche.
    Rispetto all’Iva si è un tributo neutro in cui il soggetto ad esserne inciso è il consumatore finale che non puà detrarsi l’iva sull’acquisto. Potrebbe contestare che lei paga l’IVa prima di scaricarla sul suo cliente ma varrebbe anche il discorso contrario al momento della detrazione dell’acquisto per cui, salvo i casi di ridotta detraibilità dei costi resta un tributo neutro. Se non ci sarebbe sarebbe meglio per noi anche è un’utopia perchè staremmo meglio tutti ma il nostro potere di acquisto sarebbe invariato se non nei confronti dell’estero.

  8. Ma cos’è questa favola che l’IVA è un “tributo neutro”? O l’altra genialata che si sente dire che l’IVA è una “partita di giro”?
    L’IVA è la tassa più odiosa per le imprese, perchè le colpisce al cuore: scoraggiando i consumi. APPARENTEMENTE è una partita di giro a carico del consumatore, ma in realtà la paga l’impresa, che se vuole mantenere il proprio mercato deve abbassare i prezzi e farsene carico almeno in parte.
    Perchè le aziende preferiscono andare dove l’IVA è più bassa? Perché non hanno capito che è un “tributo neutro”?
    Proponete agli inglesi o agli svizzeri l’introduzione di un’IVA (o VAT) al 22%. E preparatevi a correre!

  9. Beh considerande le ultime accuse alla Regione Lombardie in cui si parlava di 50 euro a voto qui possiamo dire che 5 euro non sono niente…..vergognosi, ma come si fa?

  10. SE NESSUNO ALLE PROSSIME POLITICHE NON ANDRA A VOTARE LE COSE POTREBBERO CAMBIARE IL PARTITI SI INTASCANO 5 EURO PER OGNI VOTO

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